Il cuore non ha paura del vuoto
Scegli cosa tenere e cosa buttare fuori dalla tua vita

Stile di vita 05 feb 2022

Vogliamo veramente prenderci cura di noi stessi? Cominciamo a fare pulizie di primavera anticipate. Rendiamo il nostro cuore “vuoto”. Nel pensiero tradizionale cinese l'ideogramma che rappresentare il concetto di VUOTO è “Xu”: una collina deserta dove tutto scorre senza ostacoli, dove l’energia è libera di fluire. In Occidente diamo invece un significato diverso alla parola vuoto. La Treccani dice che vuoto è: privo di contenuto. Secondo il nostro senso comune vuoto è qualcosa che non si riempie, che non ha profondità.

Perché rendere un “cuore vuoto”?
A cosa mi serve un cuore senza niente dentro, triste, magari superficiale? Eppure se solo riuscissimo anche solo per un attimo a fare spazio proprio lì, in mezzo al petto, forse riusciremmo a comprendere che tutto intorno nasce proprio dal vuoto. E che nessuna cosa trova posto dentro di noi se è già tutto occupato. Il nostro cuore oggi è come una stanza che da bravi accumulatori seriali abbiamo riempito di oggetti del passato, ricordi, vecchi tappeti dove sotto abbiamo sepolto cumuli di polvere. Riuscire a prendere un grosso sacco nero e cominciare a buttare tutto significherebbe cominciare a prendere distanza da vecchi schemi del passato che ora non ci servono più, anzi ci condizionano. Perché un vecchio tappeto piaceva al vecchio te, apparteneva alla tua vecchia vita. Portare dentro vecchi rancori o vecchi ricordi come se fossero ancora attuali influenza le scelte del presente perchè mi muovo secondo una vecchia bozza che ora non mi appartiene più.

Se fai spazio non cataloghi più e cominci a vivere veramente
Se non rendo il cuore vuoto etichetto le cose sempre nello stesso modo, non permetto al nuovo di stupirmi perche già so come catalogarlo. E quindi se qualcuno mi ha ferito, il prossimo lo farà sicuramente. Se quella volta ho tentato ed è andata male succederà anche stavolta, quindi non vale nemmeno la pena tentare. Un cuore pieno di tutto questo genera paura. La paura della paura. Quella peggiore, che taglia le gambe. E inesorabilmente il nuovo arriva e ci passa accanto e nemmeno ce ne rendiamo conto. Occorre sedersi, respirare a fondo, entrare in contatto con la nostra essenza più profonda e cominciare a fare una cernita importante: cosa tengo e cosa butto? Ho bisogno di creare vuoto nella stanza del cuore. Pulire e sentirmi un foglio bianco da riscrivere. E prima di riarredare tutto mi fermo ancora un attimo a godermi l’eco che fa, senza paura. Perché ciò che ora è vuoto è ricco in potenza, perché presto si riempirà

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